Intanto ho trovato questo:
Anche Grosso spera di finire in nerazzurro
il Centro — 22 gennaio 2004 pagina 13 sezione: SPORT
PESCARA. «Se dovessi davvero trasferirmi all’Inter? Beh, sarebbe semplicemente la realizzazione dell’ennesimo sogno». Certo, Fabio Grosso a mettere in fila exploit professionali in pochissimi anni ci è ben abituato. Tanti anni di gavetta tra i dilettanti abruzzesi, poi tutto a distanza ravvicinata: la C2 a Teramo, la C1 a Chieti, il doppio salto in serie A con il Perugia, i gol, la nazionale maggiore. Però finire all’Inter di mister Zaccheroni è davvero un’altra cosa. Tanto che anche il papà Tonino, politico, tifoso della Juventus, sembra disposto a sacrificare come pegno la sua fede calcistica. Intanto, Fabio pensa al suo Perugia, che ieri sera ha disputato il match di ritorno dei quarti di finale della Coppa Italia, al “Delle Alpi“ proprio contro la Vecchia Signora. «A Perugia sto benissimo», si affretta a precisare il giocatore pescarese, «e anche se stiamo vivendo un momento di sofferenza in classifica pensiamo di tirarci su». Probabilmente, però, a lottare per la salvezza lascerà altri. Il richiamo delle sirene nerazzurre è troppo forte, anche volendo gli è impossibile non pensarci, non ammettere. «E’ vero, qualcosa con l’Inter c’è. Forse anche più di un semplice contatto, diciamo pure che è una trattativa aperta ormai da inizio mercato. Mi tengono ben informato i miei stessi dirigenti. Vedremo. E’ inutile negare che ci penso e ci spero». Se così fosse nella bella storia non sarebbero mancati neppure gli indizi del destino. «In effetti», racconta Grosso, «ho esordito in serie A proprio a San Siro contro l’Inter. Perdevamo 2-1 e a un minuto dalla fine ho avuto l’occasione del pareggio ma ho colpito il palo, e poi sul ribaltamento dell’azione ho commesso un fallo da rigore con tanto di espulsione. Insomma, di tutto di più in pichissimi istanti. Ho ancora nitido il ricordo della tempesta di sensazioni contrastanti di quel dopo partita, un’ebbrezza unica. Se andrò all’Inter forse significa che ero un predestinato». Se andrà all’Inter, intanto, è certo che sarà chiamato subito a dare un importante contributo alla causa. «Credo che nel 3-4-3 ci potrebbe anche essere uno spazio ritagliato apposta per me, come esterno sinistro di centrocampo dove ora sta giocando Pasquale e prima c’era Coco che, però, adesso è infortunato. Ma lasciamo stare, è prematuro parlarne». Comunque sia, scaramanzia a parte, il momento di fare ricredere gli scettici è arrivato. «Da quando giocavo nella Curi di Pescara, in Eccellenza, e non riuscivo proprio a salire la china, sono successe cose inimmaginabili. Sto vivendo in una favola, e non voglio proprio svegliarmi». Giancarlo Febbo
Grosso: «Mi rivedrete presto in A»
il Centro — 07 febbraio 2004 pagina 17 sezione: SPORT
PESCARA. Nel giro di pochi giorni ha perso la serie A, la possibilità di giocare nell’Inter, e probabilmente metterà a rischio anche l’eventualità di essere ancora convocato in Nazionale. Eppure il pescarese Fabio Grosso non ha crucci. Anzi, è letteralmente euforico di essersi trasferito al Palermo. Lo è perché la serie B dovrebbe rivelarsi solo un declassamento temporaneo, e anche perché alla sua età (26 anni) una scelta di vita è comunque confortata da ampi margini di buon esito. «E’ vero», spiega il nuovo laterale sinistro palermitano, «ho lasciato la serie A, ma se tutto va come spero potrei riprendermela in poco più di tre mesi». Magari, se fosse rimasto a Perugia, la massima categoria l’avrebbe persa sul campo, vista anche la disperata classifica degli umbri. Magari l’Inter tornerà molto presto a fargli la corte. Magari Trapattoni riterrà che una risorsa come lui vada comunque tenuta in considerazione. Ma il crogiuolo di ipotesi adesso per Fabio Grosso è assolutamente relativo. «Ho fatto una scelta con la piena consapevolezza che possa essere quella giusta», spiega il giocatore, «e di certo l’ambiente palermitano mi sta aiutando a confermare le mie impressioni. Appena sono arrivato ho visto una piazza estasiata dalla possibilità di conquistare la promozione. Qui sono tutti accaniti tifosi, dopo un minuto mi riconoscono dovunque e mi riempiono di complimenti. Oggi (ieri, ndc) ho fatto un giro nella zona di Mondello, vicino al mare, dove spero di trovare casa insieme alla mia fidanzata Gessica. Ebbene, è stato un bagno di entusiasmo continuo. Ora non vedo l’ora di esordire alla Favorita, contro l’Avellino, davanti a 30mila tifosi che ci daranno una carica incredibile». In verità, viste anche certe premesse della scorsa settimana, avrebbe potuto esordire a San Siro con la maglia nerazzurra. Ma il tentennamento dei dirigenti interisti è stato esagerato. «Se dovessi dire perché non sono più andato alla corte di Zaccheroni non saprei proprio cosa rispondere. So, però, che non ho alcun rimpianto. Negli ultimi giorni di mercato», racconta Grosso, «avevano cominciato a chiamarmi i dirigenti del Palermo, e io non sono rimasto insensibile. Alla fine ho deciso così, dopo aver fatto le mie attente valutazioni. Non mi interessa che sia sfumata la possibilità di approdare in una grande squadra, e sinceramente adesso non sto neanche pensando alla Nazionale. Piuttosto mi sono trovato di fronte all’offerta di un contratto economico irrinunciabile, in più da parte di una delle cinque, sei società migliori d’Italia, e parlo anche rispetto a quelle di serie A. Certo, nel calcio può succedere di tutto, e questo è un rischio che ho ritenuto di potermi assumere. Però, se dovessimo essere promossi, come credo dal momento che abbiamo una squadra fortissima, sono convinto che apriremmo un ciclo per essere protagonisti anche in A». Intanto è in attesa che l’allenatore gli definisca il ruolo. «Mister Guidolin in questa settimana ha provato tante soluzioni diverse, che non riguardavano solo me, ma tutta la squadra. Orientativamente credo che potrei agire o da terzino sinistro, se optasse per la difesa a quattro, o salire sulla linea degli esterni di centrocampo. Per me è indifferente. Quello che conta è giocare titolare e, soprattutto, vincere. Quella con l’Avellino, ad esempio, sarà una “partitaccia“. Loro sono ultimi ma molto spigliati e offensivi, quindi molto pericolosi. Poi abbiamo due trasferte. Insomma, la promozione dobbiamo sudarcela». E poi, tra circa un mese, la sfida all’Adriatico contro il Pescara. «Per me», conclude Grosso, «sarà una grandissima emozione. Infatti non ho mai giocato contro la squadra della mia città, per giunta in quello stadio che mi ha visto tante volte sugli spalti. Se mi sarebbe piaciuto giocarla con la maglia biancazzurra? Beh, è difficile rimanere indifferenti di fronte a un’ipotesi così suggestiva. Ma io per carattere guardo sempre avanti, e così continuerò a fare». Giancarlo Febbo
direi che ci ha preso...